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Cosa fa concretamente un/una terapista complementare?

I/le terapisti/e complementari sostengono il processo di guarigione delle persone che soffrono di perenni problemi di salute, di disturbi dello stato d'animo, che sono in riabilitazione dopo un intervento o una malattia prolungata.

© shutterstock

I servizi dei terapisti complementari vengono utilizzati quando è importante un approccio olistico e personalizzato al trattamento. A volte si ricorre alle terapie complementari anche perché i metodi di trattamento medico convenzionale attuali o futuri sono inquietanti, ad esempio se non è possibile una diagnosi. Per consentire un approccio terapeutico individualizzato, una seduta di terapia dura solitamente 60 minuti. Da un lato, la situazione individuale del cliente può essere affrontata meglio in un'ora intera che in una visita di 10 minuti dal medico o di 30 minuti in fisioterapia. D'altra parte, l'approccio olistico e la promozione dell'autoconsapevolezza spesso conferiscono ai clienti maggiore fiducia e capacità di recupero.

Tutto ha inizio con il colloquio: sperimentare le interazioni

All'inizio, i/le terapisti/e complementari eseguono l'anamnesi e valutano se sono necessari accertamenti medici o altri chiarimenti esterni. Dopodiché si fanno un’idea della situazione personale e delle risorse del/della cliente. Su questa base insegnano le prime tecniche di self-help e fissano insieme al/alla cliente gli obiettivi terapeutici e il piano terapeutico.

Si pone l'accento sul processo terapeutico

L'autoregolazione viene stimolata tramite l’insegnamento e l’uso del tocco, del movimento, del respiro e dell'energia sul corpo. Durante il colloquio si riflette su tale autoregolazione. I cambiamenti di situazione possono così essere meglio classificati e ricordati in seguito. I/Le terapisti/e complementari aiutano a percepire e comprendere i messaggi del corpo per poterne dedurre in modo mirato prospettive e modalità di intervento. È, ad esempio, possibile riconoscere gli schemi mentali, emotivi, di movimento, di atteggiamento e di azione limitanti nonché individuarne dei nuovi e testarli. Sperimentando e riflettendo sulle interazioni nel proprio corpo, è più facile adeguare il comportamento. I nuovi schemi servono a mantenere, riacquisire o stabilizzare la salute.

Molti/e clienti vengono assegnati/e da medici di famiglia, psichiatri, care manager e altri. Tuttavia, la maggior parte di loro cerca deliberatamente e in modo mirato un percorso centrato sul corpo e orientato al processo, in quanto ha già potuto sperimentare l'interazione tra nessi mentali-emotivi e sociali e salute fisica. Inoltre apprezza il contatto personale con il/la terapista.

22 Methoden der KomplementärTherapie © OdA KT

La Terapia Complementare comprende una serie di metodi

diffusi in Svizzera sono la terapia craniosacrale, lo shiatsu e la kinesiologia. Tuttavia, sono solo tre dei 22 metodi di terapia complementare per cui attualmente è possibile conseguire un diploma federale superando un esame professionale superiore. Esistono però ancora molti/e specialisti/e che praticano la professione con un diploma di un istituto di formazione privato e/o un certificato settoriale dell’OmL TC (livello intermedio prima del diploma federale).

I metodi utilizzati dipendono dall’indirizzo formativo scelto dal/dalla terapista complementare e dalle risorse del/della cliente. Metodi di terapia complementare differiscono nell'approccio, tuttavia l'effetto e l'obiettivo sono in gran parte omogenei. Tutti/e i/le terapisti/e complementari si basano su una concezione esperienziale e olistica della salute. Si tiene conto delle dimensioni fisiche, mentali, emotive e sociali. In caso di professionisti della salute titolari di un diploma federale, la comprensione e la procedura adottata si basano sul Marchio per terapisti complementari con diploma federale.

Nuovo titolo professionale e nuovo profilo professionale

In un processo durato anni, sono stati enucleati i punti in comune dei diversi metodi. Il profilo professionale è stato redatto in un linguaggio uniforme. Grazie a questo profilo è diventato più facile definire, confrontare e verificare la qualità. Tale profilo ha inoltre permesso di concordare i vari indirizzi di formazione. La creazione di un profilo professionale comune, con un linguaggio uniforme, ha anche comportato una maggiore identificazione dei singoli terapisti con l'intera categoria professionale.

Autore:

Mona Gollwitzer, Terapista complementare con diploma federale, esperta EPS TC e supervisora abilitata dell'OmL TC



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